Zlatan Ibrahimović

Zlatan Ibrahimović

Zlatan Ibrahimović (IPA: [ˈzlatan ibraˈxiːmɔʋitɕ]; Malmö, 3 ottobre 1981) è un calciatore svedese, attaccante del Manchester Utd.

In carriera si è aggiudicato due campionati olandesi (2001-02 e 2003-04), una Coppa d'Olanda (2001-02) e una Supercoppa olandese (2002) con l'Ajax, tre campionati italiani consecutivi (dal 2006-07 al 2008-09) con l'Inter e uno (2010-11) con il Milan, due Supercoppe italiane (2006 e 2008) con l'Inter e una (2011) con il Milan, un campionato spagnolo (2009-10), due Supercoppe spagnole (2009 e 2010), una Supercoppa UEFA (2009) e un Mondiale per club (2009) con il Barcellona, quattro campionati francesi consecutivi (dal 2012-13 al 2015-16), tre Coppe di Lega francesi consecutive (dal 2013-14 al 2015-16), due Coppe di Francia (2014-15 e 2015-16) e tre Supercoppe francesi consecutive (dal 2013 al 2015) con il Paris-Saint Germain, una Community Shield (2016), una Coppa di Lega inglese (2016-17) e una Europa League (2016-17) con il Manchester Utd.

Con la nazionale svedese ha invece preso parte a due Mondiali (Corea del Sud-Giappone 2002 e Germania 2006), e a quattro Europei (Portogallo 2004, Austria-Svizzera 2008, Polonia-Ucraina 2012 e Francia 2016), risultando il miglior marcatore della storia con 62 reti in 116 presenze.

Considerato uno dei calciatori più forti e completi al mondo, è il miglior marcatore nella storia anche del PSG, con 156 gol complessivi. Tra il luglio del 2012 e l'agosto del 2015 è stato il giocatore complessivamente più pagato nella storia del calciomercato, con un totale di circa 163 milioni di euro suddivisi in sei trasferimenti. Occupa il 9º posto della classifica dei marcatori della UEFA Champions League con 49 reti (a pari merito con Alfredo Di Stéfano); nella stessa competizione è l'unico ad aver segnato con le maglie di sei squadre diverse e uno dei dieci calciatori ad aver realizzato 4 gol in una sola partita, oltre a essere stato il miglior uomo assist dell'edizione 2012-13. Considerando invece tutte le competizioni UEFA per club, il totale sale a 56 (10º posto). Si trova inoltre al 4º posto della classifica marcatori della fase finale degli Europei (con 6 reti) e al 3º (con 25 reti) nel conteggio che include anche le gare di qualificazione.

È l'unico calciatore ad aver vinto undici campionati in quattro leghe differenti e le cinque supercoppe d'Olanda, Italia, Spagna, Francia e Inghilterra; inoltre è stato il primo a essersi laureato capocannoniere della Serie A con due squadre diverse (Inter nel 2008-09 e Milan nel 2011-12); in seguito ha vinto altri tre titoli in Francia come miglior marcatore della Ligue 1 (2012-13, 2013-14 e 2015-16) per un totale di cinque complessivi.

Più volte candidato al FIFA World Player of the Year (5, tra cui l'edizione 2016 rinominata in The Best FIFA Men's Player), al Pallone d'oro (7), al Pallone d'oro FIFA (4) e all'UEFA Best Player in Europe Award (2); si è aggiudicato il Golden Foot nel 2012 e il FIFA Puskás Award nel 2013 (grazie all'ultima delle quattro reti segnate contro l'Inghilterra il 14 novembre 2012). È stato anche inserito nella Top 11 del campionato europeo in Polonia e Ucraina 2012, nel FIFA FIFPro World XI nel 2013, quattro volte nella squadra dell'anno UEFA (2007, 2009, 2013 e 2014), quattro volte nell'ESM Team Of The Year (2007, 2008, 2013 e 2014), nella squadra della stagione della UEFA Champions League 2013-14 e nella squadra della stagione della UEFA Europa League 2016-17. Undici volte vincitore del Guldbollen (record) ed eletto quattro volte "sportivo svedese dell'anno" (2008, 2010, 2013 e 2015), ha inoltre vinto il Jerringpriset 2007 e nel 2014 è stato eletto il secondo "miglior sportivo svedese di sempre", preceduto dal tennista Björn Borg.

Biografia

Ibrahimović nasce a Malmö, nella Svezia meridionale, il 3 ottobre del 1981, figlio di immigrati jugoslavi: il padre, Šefik Ibrahimović, è un bosgnacco originario di Bijeljina (nell'odierna Bosnia ed Erzegovina), mentre la madre, Jurka Gravić, è una croata di religione cattolica originaria di Prkos, frazione del comune di Škabrnja (nell'odierna Croazia). Cresce a Rosengård, sobborgo di Malmö densamente popolato da immigrati.

La sua autobiografia, dal titolo Io, Ibra (in svedese Jag är Zlatan Ibrahimović), ha venduto mezzo milione di copie in Svezia e 200.000 in Italia (alla data di Natale 2011), diventando un grande successo commerciale e venendo nominata nel 2012 al Premio August.

Ai tempi dell'Inter, con un ingaggio da 12 milioni di euro a stagione, è stato il calciatore più pagato al mondo; secondo quanto riportato dalla rivista France Football, al 2016 risulta al 4º posto, con 28,5 milioni incassati tra stipendio da calciatore e vari sponsor.

Nel febbraio 2015 ha aderito con il Paris Saint-Germain a una campagna del Programma alimentare mondiale (World Food Program) finalizzata a sensibilizzare i tifosi sul problema della fame nel mondo, che affligge circa 805 milioni di persone, e, per dare evidenza al progetto, si è riempito tutto il corpo con cinquanta tatuaggi temporanei rappresentanti i nomi di altrettante persone assistite dall'Agenzia della Nazioni Unite. Nello stesso anno, la sua interpretazione dell'inno svedese, in una versione realizzata per uno spot della casa automobilistica Volvo, gli è valsa il disco d'oro, ottenendo un gran numero di visualizzazioni su YouTube.

Nel novembre 2016 è stata inoltre eretta una statua a lui dedicata presso lo stadio Friends Arena di Stoccolma.

Caratteristiche tecniche

Soprannominato Ibracadabra, è un attaccante completo, di talento e fantasia. Molto potente fisicamente (dote che gli permette una perfetta protezione della palla e facilità nel gioco di sponda), è abile con entrambi i piedi, resistente, agile e dotato di un'eccellente tecnica individuale. Paragonato a Marco van Basten nella prima parte della sua carriera, per l'analoga eleganza nei movimenti, i suoi punti di forza sono il dribbling, lo scatto e la grande potenza e precisione nel tiro. Ciò lo rende un pericoloso finalizzatore sia su azione che su punizione, ed un ottimo rigorista, con 68 penalty realizzati su 77 (88%). Grazie a queste qualità, alla visione di gioco, alla sua abilità nel fraseggio e nel servire assist ai compagni, ha giocato da seconda punta nella prima metà della carriera e successivamente da centravanti, ricoprendo spesso il ruolo di regista offensivo. Giocando come prima punta ha inoltre mostrato una buona capacità nel gioco aereo.

Poiché da giovane ha praticato taekwondo (arte marziale di cui è cintura nera), è particolarmente dotato nel gioco acrobatico, e alcuni suoi movimenti nel colpire il pallone sono stati paragonati alle tecniche proprie delle arti marziali.

Carriera

Club

Da giovanissimo entra a far parte della squadra del Balkan, aggregato alla formazione dei ragazzi di due anni più grandi di lui. Tra le sue prestazioni da bambino spicca quella nella partita contro il Vellinge quando, entrato nella ripresa sul risultato di 4-0 per la squadra avversaria, capovolge le sorti dell'incontro segnando gli 8 gol che fissano il risultato finale sull'8-5 per la sua squadra.

Malmö FF

Nel 1995, all'età di 13 anni, viene acquistato dalla squadra della sua città, il Malmö. Il 19 settembre 1999 fa il suo esordio nella Allsvenskan, subentrando contro l'Halmstad, e il 30 ottobre dello stesso anno segna il primo gol contro il Västra Frölunda. Nella stagione successiva, dopo la retrocessione in Superettan, diventa titolare della squadra con cui conquista la promozione in Allsvenskan e di cui risulta il miglior marcatore stagionale con 12 reti in 26 partite. Nella prima partita dell'Allsvenskan 2001, il 9 aprile 2001 contro l'AIK, segna un doppietta, la prima nella massima serie svedese. Fino al 2001 colleziona complessivamente 40 partite e 16 gol tra Allsvenskan e Superettan con il Malmö FF; nel corso dello stesso anno viene inserito nella lista dei 100 migliori giovani calciatori stilata da Don Balón.

Ajax

Nel 2001 viene ceduto all'Ajax di Beenhakker per 19,2 milioni di fiorini (7,8 milioni di euro), diventando l'acquisto più costoso nella storia del club di Amsterdam. Tuttavia l'affermazione del calciatore avviene sotto la guida tecnica di Koeman. Con l'Ajax debutta nelle competizioni UEFA per club l'8 agosto 2001 nella gara valevole per l'andata del terzo turno preliminare della Champions League 2001-02 contro il Celtic (1-3), che elimina l'Ajax relegandolo in Coppa UEFA. Nel corso della stagione Ibrahimović gioca 33 partite e segna 8 gol, tra cui il golden goal contro l'Utrecht che vale la vittoria della Coppa d'Olanda 2001-02. Nella stagione successiva disputa per la prima volta la fase a gironi della Champions League, segnando una doppietta nella prima giornata contro l'O. Lione. In totale nei Paesi Bassi gioca 106 partite segnando 46 gol e con l'Ajax vince due campionati olandesi (2001-02 e 2003-2004), una KNVB beker (2001-02) e una Johan Cruijff Schaal (2002).

Juventus

Nell'estate 2004 è la Juventus ad acquistare il giocatore per € 16 milioni. Nel primo anno in bianconero è decisivo per la conquista del 28º scudetto (titolo poi revocato in seguito a Calciopoli). Diventa ben presto insostituibile, segnando all'esordio in campionato in Brescia-Juventus 0-3, e ripetendosi con marcature importanti, come la doppietta alla Fiorentina o la tripletta al Lecce. L'annata è, però, segnata da alcune intemperanze, come il pestone a Córdoba e la testata a Mihajlović in Juventus-Inter 0-1 del 20 aprile 2005. In campionato colleziona 35 presenze e in totale segna 16 gol, ma non realizza nemmeno una rete in Champions League.

Il suo secondo anno alla Juventus è meno brillante. Segna 10 gol (7 in campionato e 3 in Champions League). In Champions League segna 3 gol, tutti durante la prima fase a gironi. La squadra torinese, superato il Werder Brema negli ottavi di finale, verrà eliminata dall'Arsenal nei quarti di finale della manifestazione. Disputa la sua ultima partita con la Juventus il 14 maggio 2006 contro la Reggina sul neutro di Bari, conquistando lo scudetto, secondo consecutivo. In totale, in due stagioni con la Juventus, colleziona 92 presenze, 26 gol e 17 assist, vincendo due scudetti (successivamente revocati a causa dello scoppio di Calciopoli).

Inter

Il 10 agosto 2006, in seguito alle vicende dello scandalo del calcio italiano, lascia la Juventus e approda all'Inter, che si aggiudica l'attaccante per 24,8 milioni di euro. Qualche anno più tardi Secco, all'epoca del trasferimento direttore sportivo della Juventus, ha rivelato che quell'estate l'Inter fu l'unica società ad aver presentato un'offerta ufficiale per il cartellino dello svedese.

Dopo aver vinto la Supercoppa italiana con l'Inter, è uno dei protagonisti della stagione 2006-07, conclusasi con la vittoria dello scudetto con cinque giornate di anticipo rispetto alla fine del campionato, terminato con 97 punti. Segna al debutto contro la Fiorentina allo Stadio Artemio Franchi. Titolare del reparto avanzato di Mancini, continua a segnare con una certa regolarità comprese le due vittorie stagionali dell'Inter nel derby di Milano. In totale colleziona 27 presenze, 15 gol e 8 assist. Appena conquistato lo scudetto, nell'aprile 2007, si fa operare a Rotterdam per un'infiammazione all'adduttore destro. Viene inoltre incluso nella squadra ideale del 2007 dalla UEFA, tramite un sondaggio indetto sul proprio sito.

Anche nella stagione successiva si conferma punto di forza dei nerazzurri. Oltre a segnare con regolarità in campionato, si sblocca e realizza il primo gol in Champions League con i colori nerazzurri nella partita col PSV, contro cui è autore di una doppietta. Dopo un'assenza di un mese e mezzo (dal 29 marzo 2008), torna a giocare nel secondo tempo della gara dell'ultima giornata di campionato con il Parma, contro cui realizza i due gol decisivi per la vittoria dell'ultima giornata di campionato, che sancisce la vittoria del sedicesimo scudetto interista e la retrocessione in Serie B dei ducali; risulta inoltre il miglior rigorista del torneo, con 8 realizzazioni dal dischetto su altrettanti tentativi.

Durante la stagione 2008-09 riceve l'Oscar del calcio AIC come miglior giocatore e miglior straniero del campionato della Serie A 2007-08 e anche il premio per il miglior gol dell'anno 2008. Viene inoltre inserito dai giornalisti de L'Équipe nella squadra ideale del 2008. Al termine del campionato di Serie A conquista lo scudetto, laureandosi capocannoniere del torneo grazie alle 25 reti messe a segno in 35 partite.

Barcellona

Sebbene nel 2008 avesse dichiarato di voler diventare capitano dell'Inter dopo Zanetti, il 23 luglio 2009 Ibrahimović lascia il ritiro statunitense dei nerazzurri per ritornare in Europa a causa dell'imminente passaggio al Barcellona, club campione d'Europa in carica.

Il trasferimento è ufficiale il 27 luglio 2009, quando Ibrahimović appone la propria firma su un contratto quinquennale; la società spagnola paga 46 milioni di euro all'Inter più la cessione del camerunense Eto'o, valutato 20 milioni. Inizialmente era previsto anche il prestito per un anno del bielorusso Hleb, con diritto di acquisto da parte dei nerazzurri per 10 milioni, ma è saltato, e quindi il Barcellona versa altri 3 milioni circa per concludere l'affare per una valutazione totale di quasi 70 milioni di euro. Sul contratto dello svedese, che va a vestire la maglia numero 9, lasciata libera proprio da Eto'o, viene fissata una clausola rescissoria di 250 milioni di euro.

Esordisce ufficialmente con il Barcellona il 23 agosto contro l'Athletic Bilbao in occasione della partita di ritorno di Supercoppa di Spagna, vinta dai catalani per 3-0. Al termine del anno solare 2009 si aggiudica 3 trofei (Supercoppa di Spagna, Supercoppa UEFA e Mondiale per club), terminando il girone d'andata di campionato in testa alla classifica e con la qualificazione agli ottavi di finale di Champions League. Il 19 gennaio 2010 viene premiato dall'AIC come miglior calciatore straniero e assoluto del campionato italiano 2008-09 e il 20 gennaio seguente viene inserito per la seconda volta nella Squadra dell'anno UEFA.

Il 31 marzo 2010, nell'andata dei quarti di finale di Champions League, realizza una doppietta a Londra contro l'Arsenal (partita terminata 2-2) riprendendosi dal leggero calo di rendimento di inizio anno e risultando per la prima volta decisivo anche in campo internazionale. Nella doppia sfida in semifinale contro l'Inter non incide e il Barcellona viene eliminato dal torneo. Nonostante l'annata non del tutto positiva termina comunque la stagione vincendo la Primera División (trofeo che si aggiunge ai precedenti tre) e con lo score di 21 gol (16 in campionato, 4 in Champions League e uno negli ottavi di Coppa del Re) e 10 assist (7 in campionato, 2 in Champions League e uno nella semifinale della Coppa del mondo per club) all'attivo. Gioca la sua ultima partita in blaugrana in occasione dell'andata della Supercoppa di Spagna 2010 contro il Siviglia, partita nella quale segna l'unico gol del Barcellona nel 3-1 finale.

Milan

Il 28 agosto 2010 Ibrahimović viene ceduto al Milan in prestito con diritto di riscatto fissato a 24 milioni di euro esercitabile alla fine della stagione da parte della società rossonera. Il calciatore svedese, dopo le visite mediche, firma un contratto quadriennale con la società milanese.

Esordisce con la maglia rossonera l'11 settembre 2010 in occasione della seconda giornata di campionato nella partita persa per 2-0 in casa del neopromosso Cesena, fallendo un rigore. Il 15 settembre 2010, alla sua prima partita con il Milan in Champions League contro l'Auxerre (2-0), segna le sue prime reti in maglia rossonera.

Nella seconda parte della stagione salta 5 partite per squalifica. Il 7 maggio 2011, nella gara che il Milan pareggia 0-0 all'Olimpico contro la Roma, vince lo scudetto con i rossoneri a due giornate dal termine del campionato. Questo è il suo ottavo campionato consecutivo vinto sul campo dopo quelli conquistati con Ajax (2003-04), Juventus (2004-05 e 2005-06), Inter (2006-07, 2007-08 e 2008-09) e Barcellona (2009-10). Conclude la prima stagione in rossonero con un totale di 41 presenze e 21 gol, risultando il miglior marcatore stagionale del Milan in assoluto e anche nelle tre competizioni disputate e il miglior uomo-assist della squadra in campionato con 11 passaggi vincenti, terzo in assoluto dopo Cossu e Lavezzi.

Nel giugno 2011 vengono confermati i precedenti accordi fra Milan e Barcellona e il cartellino del giocatore viene quindi riscattato dalla società milanese. Il 6 agosto 2011, nella prima partita ufficiale della stagione 2011-12, Ibrahimović vince la Supercoppa italiana col Milan battendo per 2-1 l'Inter a Pechino, gara nella quale segna la rete del pareggio rossonero; questo gol è, inoltre, il suo 200º da professionista in squadre di club. Il 27 novembre seguente, grazie alla prima delle due reti realizzate a San Siro contro il Chievo, segna il 100º gol personale in Serie A. Come nella stagione precedente, alla fine del girone d'andata del campionato Ibrahimović risulta il miglior marcatore del Milan con 14 gol, record personale al giro di boa della Serie A. Il 6 febbraio 2012 viene squalificato per tre giornate a causa di uno schiaffo rifilato a Aronica durante la partita di campionato del giorno precedente contro il Napoli. A fine stagione le reti sono 35 in 44 partite di cui 28 in campionato, che gli valgono il titolo di capocannoniere della Serie A, secondo personale dopo quello del 2009 con l'Inter. Diventa inoltre il primo giocatore a vincere la classifica marcatori del massimo campionato italiano con due squadre diverse (l'unico straniero, risultato poi eguagliato da Toni nel 2014-15) nonché della stessa città. Inoltre risulta, così come nel 2008 con i nerazzurri, ancora il miglior rigorista del torneo, realizzando tutti i dieci rigori accordati alla propria squadra.

Paris Saint-Germain

Il 18 luglio 2012 si trasferisce ai francesi del Paris Saint-Germain e, firmando un contratto triennale a circa 14 milioni di euro a stagione, diventa il calciatore più pagato della Ligue 1 e, in quella stagione, il secondo giocatore più pagato al mondo, alle spalle di Eto'o (20,5 milioni di euro annui). I 21 milioni di euro versati dalla squadra francese al Milan per acquistarlo, lo hanno inoltre fatto diventare il giocatore complessivamente più pagato nell'ambito dei suoi trasferimenti (record detenuto in precedenza da Anelka): dal Malmö al Paris Saint-Germain, passando per Ajax, Juventus, Inter, Barcellona e Milan, il cartellino dell'attaccante svedese è costato complessivamente circa 163 milioni di euro. Essendo la maglia numero 10 già assegnata al brasiliano Nenê, sceglie di indossare la 18.

Fa il suo esordio con la squadra francese l'11 agosto seguente, in occasione della partita pareggiata per 2-2 al Parco dei Principi contro il Lorient: in questo match mette a segno due gol. Il 18 settembre 2012, all'esordio in Champions League con la maglia dei parigini, mette a segno la prima delle quattro reti con cui i francesi battono la Dinamo Kiev, nel 4-1 finale. Con questo gol lo svedese diventa il primo giocatore nella storia della competizione ad avere segnato con sei squadre diverse (in ordine cronologico: Ajax, Juventus, Inter, Barcellona, Milan e Paris Saint-Germain). Termina la stagione con 35 gol segnati di cui 30 in campionato, vinto dal Paris Saint-Germain, che gli valgono il titolo di capocannoniere della Ligue 1. Risulta inoltre anche il miglior assist-man della Champions League con 7 assist e ottiene il premio come miglior giocatore della Ligue 1 nell'ambito dei Trophées UNFP du football.

Inizia la stagione 2013-14 vincendo la Supercoppa di Francia grazie al 2-1 ottenuto il 3 agosto 2013 a Libreville contro il Bordeaux; in questa partita Ibrahimović è autore dell'assist per il gol del pareggio di Ongenda. Il 23 ottobre 2013, nella partita della terza giornata della fase a gironi di Champions League vinta dal Paris Saint-Germain per 5-0 in casa dell'Anderlecht, realizza una quaterna, diventando così il decimo giocatore a segnare 4 gol in una sola partita di Champions League. Il 27 novembre seguente, scendendo in campo contro l'Olympiakos, diventa il diciottesimo calciatore a raggiungere le 100 presenze in Champions League. Conclude la stagione vincendo la Coupe de la Ligue (decisivo il suo contributo), non disputandone però la finale per infortunio, e bissando la vittoria della Ligue 1. A livello personale chiude con 41 reti in 46 partite (massimo personale in carriera), delle quali 26 in campionato che gli valgono il secondo titolo di capocannoniere. Inoltre, ai Trophées UNFP du football, ottiene il titolo di miglior giocatore della Ligue 1 per la seconda volta e il premio per il gol più bello, grazie alla rete realizzata di tacco nella decima giornata contro il Bastia. Comincia la stagione 2014-15 con la vittoria della Supercoppa di Francia, risultando decisivo con una doppietta nel 2-0 ai danni del Guingamp.

L'8 aprile 2015, grazie a una tripletta nella semifinale di Coppa di Francia vinta per 4-1 sul Saint-Étienne, raggiunge e supera il prestigioso traguardo dei 100 gol segnati in gare ufficiali col Paris Saint-Germain, attestandosi a quota 102 marcature in 124 partite. L'11 aprile segna una doppietta nella finale di Coupe de la Ligue vinta per 4-0 ai danni del Bastia, conquistando così il suo secondo trofeo consecutivo. Il 16 maggio il Paris Saint-Germain vince il terzo campionato di fila, grazie alla vittoria esterna per 2-1 sul Montpellier. Il 30 dello stesso mese arriva anche la conquista della Coppa di Francia, grazie alla vittoria per 0-1 in finale contro l'Auxerre.

La quarta stagione a Parigi si apre con la vittoria, terza consecutiva, della Supercoppa di Francia grazie al 2-0 ai danni del Lione. Il 4 ottobre seguente, grazie alla doppietta realizzata contro l'O. Marsiglia, arriva a quota 110 reti con il Paris Saint-Germain superando il portoghese Pauleta (fermo a 109) e diventando così il migliore marcatore della storia del club. Il 4 dicembre successivo, grazie alla prima delle due reti messe a segno nello 0-3 esterno ai danni del Nizza, diventa il miglior marcatore di sempre in campionato con la maglia dei parigini, attestandosi, dopo la seconda realizzazione, a 87 gol e superando il precedente record di Dahleb, fermo a 85. Quattro giorni più tardi, grazie al gol messo a segno nella vittoria di Champions League contro lo Šachtar per 2-0, diviene il miglior marcatore del PSG anche in ambito europeo con 17 reti, superando di una lunghezza il precedente primato di Weah. Il 9 marzo 2016, a seguito del gol realizzato durante il ritorno degli ottavi di finale contro il Chelsea, con cui contribuisce al passaggio del turno della propria squadra, diventa il quattordicesimo calciatore a tagliare il traguardo delle 50 reti in competizioni europee. Quattro giorni più tardi, la roboante vittoria di campionato per 0-9 ai danni del Troyes, nella quale mette peraltro a segno una quaterna, assegna matematicamente con otto giornate di anticipo il titolo al PSG - nuovo record dei cinque principali campionati europei -, il quarto consecutivo sia per la squadra sia per lo svedese. Riesce inoltre, grazie alla seconda rete, a conseguire il traguardo dei 100 gol in Ligue 1; la terza marcatura gli permette invece di realizzare, con nove minuti, la tripletta più veloce nella storia del massimo campionato francese. Il 23 aprile si aggiudica la terza Coupe de la Ligue consecutiva, grazie alla vittoria per 2-1 in finale sul Lilla. Il 13 maggio annuncia il suo addio alla società transalpina al termine della stagione. Nell'ultima partita di campionato segna una doppietta al Nantes, chiudendo in testa alla classifica marcatori per la terza volta e fissando con 38 gol il nuovo record di segnature con la maglia del PSG nel massimo campionato francese in una singola stagione, superando di una lunghezza l'allora primato di Bianchi stabilito nel 1977-78. Il 21 maggio si aggiudica la Coupe de France, ultimo trofeo in maglia parigina, contribuendo con una doppietta al 4-2 ai danni dell'Olympique Marsiglia.

Manchester Utd

Il 1º luglio 2016 viene ingaggiato a costo zero dal Manchester Utd di Mourinho, firmando un contratto per una singola stagione da 15 milioni di euro. Il 7 agosto gioca la sua prima partita ufficiale con la maglia dei Red Devils nella Community Shield, risultando decisivo siglando la rete del definitivo 2-1 ai danni del Leicester City. L'attaccante svedese va a segno anche all'esordio in campionato del 14 agosto, mettendo a referto la terza rete degli ospiti nella vittoria per 3-1 contro il Bournemouth. Il 29 settembre è sua l'unica rete dell'incontro di Europa League che assegna allo United la vittoria contro lo Zorja: questa marcatura porta Ibrahimović ad aver segnato in campo europeo con ben sette maglie diverse, record condiviso con Mutu e Carew. Il 6 novembre successivo sigla una doppietta nell'1-3 esterno sullo Swansea City: la prima rete risulta essere la numero 25.000 nella storia della Premier League, mentre la seconda la quattrocentesima in carriera con maglie di club.

Il 26 febbraio 2017 mette in bacheca il secondo trofeo stagionale, la Coppa di Lega: nella finale col Southampton sigla una doppietta, compresa la rete del decisivo 3-2. Il 20 aprile, durante la sfida di ritorno dei quarti di finale di Europa League, vinta 2-1 sull'Anderlecht, riporta la rottura del legamento crociato anteriore e posteriore, che lo costringe a terminare anzitempo l'annata: nonostante l'infortunio gli impedisca quindi di prendere parte alla successiva finale, il 24 maggio seguente vince l'Europa League grazie al successo 2-0 ottenuto contro l'Ajax. Al termine della stagione il club inglese non esercita l'opzione per il rinnovo del giocatore, che si svincola il 1º luglio, salvo poi riaccasarsi dai mancuniani il 24 agosto successivo per un'ulteriore annata.

Nazionale

Dopo aver disputato 4 partite con la nazionale svedese Under-19, esordisce con la nazionale maggiore il 31 gennaio 2001 contro le Fær Øer. Nel corso del 2001 con la Svezia Under-21 prende parte alle qualificazioni all'Europeo di categoria dell'anno seguente durante le quali disputa 7 partite segnando 6 gol.

A 20 anni viene convocato per la fase finale del Mondiale 2002 dove disputa 2 gare, una nella fase a gironi contro l'Argentina e l'altra negli ottavi di finale contro il Senegal, che elimina la Svezia ai supplementari con un golden goal di Camara.

Si guadagna un posto da titolare accanto a Larsson in vista del campionato europeo 2004, dando un fondamentale apporto alla qualificazione della Svezia ai quarti di finale con un gol alla Bulgaria e uno (di tacco) all'Italia. Nei quarti di finale sbaglia uno dei tiri di rigore che condannano la Svezia all'eliminazione in favore dei Paesi Bassi.

Più negativo per lui risulta il Mondiale di Germania 2006, pur avendo contribuito alla qualificazione. La Svezia verrà eliminata per 2-0 dalla Germania agli ottavi, dove Ibrahimović esce acciaccato prima del termine, e il Mondiale si chiuderà per lui senza gol.

Il suo rapporto con la nazionale si incrina negli ultimi mesi del 2006. In ottobre, dopo essere stato allontanato dal ritiro dal commissario tecnico Lagerbäck a causa di una "evasione" notturna assieme ad altri due giocatori per festeggiare il compleanno del compagno Mellberg, decide di rinunciare temporaneamente alle convocazioni.

Fa ritorno in rosa solo a fine marzo 2007, per la partita contro l'Irlanda del Nord a Belfast valida per le qualificazioni al campionato europeo 2008. Nelle successive dodici partite di qualificazione agli Europei non riesce a segnare e tornerà al gol con la maglia della nazionale soltanto il 10 giugno 2008 in Svezia-Grecia 2-0, primo turno del gruppo D; la sua ultima marcatura con la Svezia risaliva all'ottobre 2005. Nella successiva partita contro la Spagna, persa per 2-1, segna il gol del momentaneo pareggio.

L'11 ottobre 2008 indossa per la prima volta la fascia di capitano della nazionale svedese, sostituendo l'infortunato Larsson in occasione della gara di qualificazioni ai Mondiali 2010 contro il Portogallo. Torna al gol durante le qualificazioni ai Mondiali 2010 contro Malta, nel match finito 4-0 per la Svezia e anche nella partita successiva contro l'Ungheria regalando alla Svezia la vittoria al 94º, successo che però non porterà la qualificazione ai Mondiali agli scandinavi, che si classificano terzi nel loro girone.

Dopo la mancata qualificazione al Mondiale 2010 Ibrahimović annuncia il ritiro dalla nazionale, salvo poi ripensarci nel luglio successivo facendo il suo ritorno e venendo anche nominato capitano. Torna a indossare nuovamente la maglia della Svezia l'11 agosto 2010 in occasione dell'amichevole contro la Scozia, andando tra l'altro in rete.

Nel corso delle qualificazioni all'Europeo 2012 Ibrahimović è il miglior marcatore della squadra con 5 gol in 8 partite. Il 14 maggio 2012 viene convocato dal CT Hamrén per la fase finale dell'Europeo 2012 in Polonia e Ucraina. Nella gara d'esordio dell'11 giugno successivo, persa per 2-1 contro l'Ucraina, Ibrahimović segna la rete del momentaneo vantaggio della propria squadra. Il 15 giugno 2012, causa la sconfitta per 3-2 contro l'Inghilterra, la Svezia è aritmeticamente eliminata al primo turno. Il 19 giugno seguente, durante l'ultima partita della fase a gironi giocata contro la Francia e vinta per 2-0, Ibrahimović segna il gol del momentaneo 1-0 con una sforbiciata al volo dal limite dell'area.

Nel corso di un'amichevole contro l'Inghilterra svoltasi a Solna il 14 novembre 2012 per inaugurare la Friends Arena e terminata 4-2 per la Svezia, Ibrahimović segna tutte e 4 le reti della propria squadra, l'ultima delle quali con una rovesciata da 30 metri di distanza dalla porta, rimasta sguarnita a seguito dell'uscita del portiere inglese Hart. Per questo gol, nell'ambito delle premiazioni del Pallone d'oro FIFA 2013, vince il FIFA Puskás Award per il gol più bello dell'anno.

Il 4 settembre 2014, grazie alla doppietta messa a segno contro l'Estonia, diventa con 50 reti il bomber più prolifico della storia della nazionale svedese, mentre l'8 seguente in occasione del pareggio per 1-1 contro l'Austria, valido per le qualificazioni all'Europeo 2016, raggiunge il traguardo di cento presenze con la sua nazionale. Il 14 novembre 2015 sigla una rete nel 2-1 interno contro la Danimarca, valido per l'andata dei play-off, ripetendosi anche tre giorni più tardi con una doppietta nel 2-2 esterno. Grazie alle undici reti messe a segno durante le qualificazioni la Svezia approda agli Europei, risultando inoltre essere il secondo miglior realizzatore, dietro al polacco Lewandowski, primo con tredici gol.

All'Europeo di Francia la Svezia raccoglie un solo punto nelle tre partite del girone: un pareggio per 1-1 contro l'Irlanda e due sconfitte contro Italia e Belgio, entrambe per 1-0, con quest'ultima che gli preclude la qualificazione. Al termine dell'incontro con il Belgio, Ibrahimović, a secco di reti nel torneo, annuncia l'addio alla nazionale gialloblu.